Porto di classe
Il Percorso
Il sito archeologico dell’Antico Porto costituisce la prima tappa del Parco Archeologico di Classe, sviluppato intorno alla grande Basilica di Sant’Apollinare in Classe. Il Parco si arricchirà successivamente con il Museo della Città e del Territorio, ricavato nell’ex Zuccherificio di Classe e con la Basilica di San Severo. L’Antico Porto di Classe è un’area archeologica, situata a circa 4 chilometri dal centro storico di Ravenna, testimonianza dell’ epoca di massimo splendore e sviluppo dello scalo commerciale. Il sito dell’Antico Porto si trova in un punto cruciale del sito di Classe: l’imboccatura del porto–canale antico, quell’ampia rottura di duna che alimentava l’intera laguna, che comprende parte dell’isola ed il quartiere commerciale che si affacciava sulla sponda sud del canale. Ed è qui che Ottaviano Augusto verso la fine del I secolo a.C. fece costruire gli imponenti moli foranei che consentivano alle navi l’accesso dal mare. Il percorso, sviluppato su una superficie di circa 10.000 metri quadrati, propone i luoghi quotidianamente frequentati da coloro che lavoravano nei magazzini o arrivavano via mare attraccando al porto, immergendo i visitatori all’interno dello scavo archeologico. L’idea del progetto ha l’obiettivo di valorizzare l’intera area, in particolare la zona d’ingresso e la zona dello scavo archeologico. Ciò ha comportato la “correzione” degli elementi di maggior impatto visivo, come la ferrovia, il richiamo al contesto naturale del mare e della linea costiera, il ripristino del ramo secondario del canale portuale, la ricostruzione virtuale e reale di alcuni settori o edifici, al fine di ricreare efficacemente, agli occhi del visitatore, la funzione primaria e l’importanza storica di quello che è stato uno dei porti commerciali più attivi del mondo antico.
La Storia
L’insediamento di Classe nasce in età romana, quando Ottaviano Augusto stabilisce a Ravenna la flotta incaricata della difesa dell’Adriatico. L’abitato prese il nome di Classe (che deriva dalla parola latina Classis, che significa flotta) solo in epoca tardo imperiale e bizantina: circondato da mura, probabilmente erette nel corso del IV secolo, con una porta urbica e il canale portuale di epoca romana, rimpicciolito e parzialmente chiuso, trasformato esso stesso nel porto di epoca bizantina, nel quale le navi, ormai solo commerciali, potevano entrare e uscire esclusivamente usando il flusso della marea. Nel corso del V secolo, con il nuovo ruolo di capitale svolto da Ravenna, la civitas Classis assunse a sua volta una funzione fondamentale come sbocco commerciale e probabilmente di baluardo militare verso il mare. A questo periodo risale l’impianto generale delle strade e degli edifici attualmente visibili nell’area archeologica. La città svolgeva una funzione portuale molto sviluppata e legata al commercio, come hanno ampiamente testimoniato gli scavi archeologici. Nel 584 Classe fu attaccata e saccheggiata dai longobardi. I Bizantini tornarono poco dopo in possesso della città grazie a un’azione militare guidata da un longobardo passato dalla parte dell’Impero. L’VIII secolo fu un momento di svolta nella vita di Classe. Nel 712 un duca longobardo occupò nuovamente la città, che venne però restituita ai Bizantini dal re longobardo. Lo stesso sovrano, però, nel 718 assediò Ravenna e attaccò Classe, danneggiandola gravemente. Poco dopo, tra il 726 e il 744, la città fu colpita da un terribile terremoto, che distrusse alcuni degli edifici più importanti, tra cui la Basilica Petriana. Ancora, nel 751 i longobardi conquistarono Ravenna, e molto probabilmente anche Classe. Dopo questa sequenza di eventi, Classe entrò in una veloce spirale di abbandono. I pochi abitanti superstiti concentrarono le loro abitazioni intorno alle chiese principali. Progressivamente il nome di Classe fu sempre più legato alle chiese di San Severo e di Sant’Apollinare Nuovo.
La Scoperta
Il territorio di Classe ha da sempre rivestito un grande interesse da parte di studiosi e ricercatori, in parte per il toponimo evocativo di un importante sito portuale (sede della flotta militare imperiale romana) in parte per i numerosi reperti che l’altimetria delle creste dunose costiere antiche restituiva durante i lavori agricoli o lo spianamento delle stesse.
Nel secondo dopoguerra l’interesse per il territorio di Classe si fece più stringente e iniziarono una serie di sondaggi penetrometrici estesi quasi a tappeto, molte volte seguiti da trincee di scavo. Furono effettuati i sondaggi che consentirono di rintracciare i moli foranei del porto , iniziò lo scavo presso San Severo, che intercettò alcune tombe romane e un breve tratto della cinta difensiva urbana poi in seguito dallo scavo della chiesa e dei sacelli, nonché della domus romana sottostante, si individuò e scavò la necropoli del podere Minghetti, si aprì una trincea esplorativa, che consentì di rintracciare i resti di strutture abitative. Il primo reperto scultoreo di provenienza non funeraria, e di rilievo monumentale, è rappresentato dalla testa di Tyche ora esposta nel Museo Nazionale di Ravenna: fu rinvenuta fortuitamente durante lavori agricoli in podere Mazzotti. Chiaro segnale che in questa zona esistevano i presupposti per rintracciare strutture monumentali di età romana, come i risultati dei sondaggi sembravano suggerire, si decise di dare inizio a una massiccia campagna di scavi.
Le campagne di scavo successive portarono alla luce il fronte sul canale dei magazzini portuali, quindi la strada basolata; e poi venne affrontato lo scavo più impegnativo, quello della fornace e dei suoi abbondantissimi materiali. Il settore del quartiere portuale messo in luce presentava una serie di edifici a destinazione prevalentemente commerciale, scaglionati fra il canale e la strada basolata , costruiti in laterizio di reimpiego, con portici esterni e interno diviso da pilastri, generalmente con un pozzo di luce o un cortiletto al centro, spesso dotati di un soppalco realizzato in legno; gli edifici erano separati da fognature coperte che scaricavano nel canale e che assumevano la funzione di viottoli di collegamento fra la strada e il canale stesso.
Gli Scavi
Dopo la scoperta dell’area dell’Antico Porto avvenuta nel 1975 e i primi scavi nella zona, tra gli anni ’80 e gli anni ’90 si svolsero nuove campagne di scavo, che portarono alla scoperta di uno dei magazzini principali e ad indagini su nuovi edifici con la messa in luce di un’altra strada basolata e delle strutture lignee di contenimento della sponda. Dopo alcune campagne su scala ridotta, è stata aperta una grande area di scavo, nella quale si è lavorato per ben due anni, quasi ininterrottamente. Qui abbiamo potuto seguire nel dettaglio le vicende dell’intero quartiere portuale, dalla sua nascita nel V secolo fino all’abbandono, verso la fine dell’VIII. Nel V secolo vennero costruiti i magazzini del porto, per i quali è stato possibile individuare perlomeno due tipi diversi di strutture: con portico sul fronte e sul retro o con cortile interno sul retro. Ma una delle sorprese più grandi è venuta dal rinvenimento di uno dei magazzini che, bruciato in un incendio verso la fine del V secolo, non fu mai più ricostruito. Questo ha permesso di ritrovare tutto il contenuto al suo posto: le grandi anfore cilindriche africane centinaia di lucerne, e molto altro ancora. Uno squarcio davvero straordinario, unico sul commercio tardoantico a Ravenna e in Occidente; e un importante occasione per capire come funzionava un magazzino portuale in età tardoantica.